L'inizio di una nuova leggendaNato su NES e approdato successivamente su SNES e DS, Shadow Dragon non è solo il capostipite dei Fire Emblem, ma anche il primo rpg strategico a scacchiera (almeno secondo la wiko) è ancora oggi uno dei capitoli più famosi della saga anche se, in realtà, più per merito del suo protagonista che non per i suoi contenuti.
Marth infatti, insieme al brand Fire Emblem, fa la sua prima apparizione in occidente con Super Smash Bros Melee come personaggio segreto. Il successo riscosso da questo sconosciuto principe bishonen fu tale da spingere Nintendo a portare i capitoli fuori dal Giappone...partendo ovviamente dall'ultimo e rinominandolo, causando poi una discreta confusione, ma questa è un'altra storia.
Un unico Emblema, due Falchion e tre versioniI remake nella saga di FE vedono protagonisti solo
due capitoli e Shadow Dragon (o
Ankoku Ryu to Hikari no Tsurugi - Il Drago Oscuro e la Spada di Luce - se vogliamo fare i fighi con il nome originale) con le sue tre versioni è quello che è stato rispolverato più volte. La storia, pur con delle piccole aggiunte o modifiche minori, è rimasta sempre la stessa a differenza del gameplay.
Il primo Shadow Dragon su NES non era che una bozza di quello che poi sarebbe diventata la saga e se nel suo inventare un genere è riuscito a porre le basi di tutte quelle meccaniche che poi si sarebbero evolute, è innegabile che proprio perchè nuove avessero bisogno di una limatura.
La versione SNES, Mystery of the Emblem, non è propriamente un remake quanto un sequel (e successivamente anche prequel, se contiamo i "dlc") perchè sebbene riproponga le vicende di Shadow Dragon (nel "Book 1") con una nuova grafica e modifiche nel gameplay, aggiunge una nuova storia che si svolge dopo gli eventi del predecessore (il "Book 2"). Non mi soffermerò troppo su questo capitolo perchè prima o poi avrà una sua recensione completa, prendendo in esame però il suo remake (esatto, hanno fatto il
remake del remake!).
La versione DS, oltre ad una grafica completamente nuova, riprende il gameplay dei FE portatili (in realtà ci sono alcune piccole differenze, ma la struttura di base è quella che noi occidentali conosciamo, scendere dei dettagli dubito interessi a qualcuno), aggiunge diversi personaggi, una modalità online, un prologo formato di 4 brevi battaglie che mostrano la fuga del piccolo Marth dal castello e una sfilza di capitoli extra pieni di personaggi da reclutare, queste mappe sono più un aiuto per chi ha subito troppe perdite che non un modo per approfondire la trama.
La versione DS è senza dubbio la migliore sotto tutti i punti di vista, se non avessero deciso di dividere il Book 1 e il Book 2 (dimenticandosi, tanto per cambiare, di portare il remake del secondo fuori dal Giappone) sarebbe stato perfetto.
"...quale erede legittimo di Falchion...è nato nella grandezza...adesso dovrà dimostrare di essere lui stesso grande..."SD è ambientato in un classico mondo fantasy che si differenzia da altri suoi simili ben più noti grazie alla sua
quasi totale mancanza di mostri e una suddivisione politica ben definita.
Noi giocatori seguiremo le vicende di Marth, il giovane principe di Altea la cui famiglia discende dall'eroe Anri, colui che nel passato sconfisse il drago oscuro e fondò lo stato che adesso regnano.
La storia inizia con l'assalto dell'Altea da parte della Doluna, il re perderà la vita durante il conflitto e Marth riuscirà a fuggire fino allo stato vicino Talys solo grazie ad un piccolo gruppo di fedeli cavalieri e al sacrificio di molti, fra cui la sorella Elice. Dopo questo triste evento, passeranno alcuni anni durante i quali il principe completerà il proprio addestramento mentre il malvagio mago Gharnef consoliderà il proprio potere.
Con il cuore colmo di odio e tristezza, Marth inizierà il suo viaggio attraverso l'Akeneia, mosso dal desiderio di aiutare i compagni che lo hanno salvato e con la speranza di riconquistare il proprio regno e sconfiggere il perfido Gharnef, colui che ha dato inizio alla guerra, così da riportare la pace nel continente.
Una trama non particolarmente complessa che gira in torno al classico recupero di oggetti speciali (il sacro
Emblema di Fuoco, la leggendaria spada magica
Falchion, la magia proibita
Sideratio ecc...) che permettano al protagonista e ai suoi compagni (anche loro non particolarmente originali) di riuscire in un'impresa altrimenti impossibile; bisogna ammettere comunque che, nonostante la mancanza di colpi di scena degni di nota, le vicende narrate riescono ad essere incredibilmente affascinanti.
Il motivo per cui una storiella così semplice adornata di personaggi non proprio eccezionali riesca ad essere così efficace è dato da un singolare mix di meccaniche e impostazioni, prima fra tutte il marchio di fabbrica della saga, il così detto
Permadeath, seguita poi dal sistema di reclutamento unità e la gestione degli oggetti, questi tre elementi si intrecciano finendo per dar vita a qualcosa di fantastico.
E' normale negli rpg vedere un personaggio "morire" perdendo tutti i punti vita e poi resuscitare nella chiesa più vicina, ma in FE no, quando qualcuno muore, lo fa per davvero! Dovremmo dire addio a tutti i suoi oggetti e non lo potremo più nè vedere nè usare per il resto della storia. Il fatto che una determinata unitànon possa più tornare nel caso venga sconfitta rende le battaglie incredibilmente emozionanti: ogni scelta è davvero importante, ogni movimento va pianificato con cura e proprio per questo quando qualcuno ci rimette le penne diventa, almeno nel nostro cuore, un vero eroe.
I compagni che potremmo usare all'inizio ovviamente non saranno gli unici, altri si aggiungeranno a noi automaticamente con l'avanzare dei capitoli, ma la maggior parte dovranno essere reclutati dalle file nemiche; per farsì che vengano con noi dovremo parlare con tale unità (riconoscibili dal fatto che, beh, ha un nome e una faccia) con un nostro personaggio specifico. Non ci viene detto esplicitamente con chi quel potenziale alleato debba parlare tuttavia durante la storia, che viene raccontata fra un capitolo e l'altro ed arricchita dai dialoghi con npc opzionali, vengono forniti degli indizi più o meno velati che permettono di dedurlo. Quando si da inizio alla scena dopo la quale il nemico diventerà nostro alleato, potrebbero venire rivelate delle informazioni aggiuntive sulla storia o su altri personaggi, ma soprattutto si scoprirà la sua caratterizzazione.
E' incredibile come si ci affezioni di più ad un personaggio secondario che ha solo poche righe di testo e dimostra la sua fermezza ed utilità in-game piuttosto che ad altri (penso ad altri giochi, sia passati che presenti) che magari hanno a disposizione centinaia di minuti per esprimere se stessi, ma finiscono per non lasciarci niente...altrettanto incredibile poi sarà rendersi conto che la morte di uno di quei "comprimari da poco" risulterà molto più epica e drammatica di altri protagonisti di titoli diversi. Il motivo dietro tutto questo non risiede solo nelle (spesso) toccanti ultime parole che i personaggi diranno una volta sconfitti, quanto nel fatto che la tale perdità avrà un impatto concreto sul nostro stile di gioco, sia nell'immediato presente che nelle battaglie future.
Riguardo la morte perenne, è importante aggiungere che il numero di alleati che potremmo raggiungere è molto più alto di quelli che effettivamente useremo in battaglia (ogni mappa ha un limite fisso che si aggira dalle diece alle sedici unità circa) questo serve per impedire che i giocatori meno esperti rimangano bloccati perchè senza compagni.
Riguardo l'inventario, come in altri rpg gli oggetti hanno un numero limitato di utilizzi, ma a differenza di molti altri, qui non ce ne sono di inutili e la maggior parte possono tranquillamente considerarsi rari. L'unico negozio sempre accessibile vende le armi più scarse del gioco e quindi, per ottenere degli equipaggiamenti degni di nota e non venire massacrato dagli eserciti avversari, il giocatore sarà costretto a sfruttare drop specifici (fissi, sicuri e ben riconoscibili, ma non sempre facili da ottenere) o visitare villaggi e negozi dislocati nelle varie mappe in punti difficilmente raggiungibili. Questo sistema obbliga a pensare bene come distribuire le proprie risorse, arrangiarsi con quello che si ha tenendo sempre a mente che la battaglia che si sta affrontando non sarà l'ultima.
Oramai sarà diventato chiaro ai più, le risorse limitate e il braccaggio continuo fanno di SD un "survival rpg" ed infatti questa è la più grande peculiarità della serie...anche se in alcuni capitoli la formula verrà cambiata, ma di nuovo, è un'altra storia...
In SintesiFire Emblem: Shadow Dragon (DS) è uno dei capitoli migliori della serie.
A prima vista potrà sembrare una banale storiella fantasy con personaggi visti e rivisti, troppo impegnati a ricalcare le icone a cui si ispirano per apparire interessanti, ma in reraltà grazie al mix perfetto fra meccaniche e narrazione il tutto acquista un valore unico. Come se non bastasse, questa fantastica armonia viene ottimizzata dall'impeccabile struttura delle mappe e (almeno nel caso della versione DS) dal gameplay maturato e perfezionato negli anni.
Le battaglie inizialmente saranno semplici e permetteranno al giocatore di assimilare naturalmente la logica dietro al sistema di gioco, la difficoltà aumenterà gradualmente e allo stesso modo l'esperienza del giocatore che pian piano si troverà ad elaborazione di strategie sempre più complesse che andranno a sfruttare le particolarità dei livelli, le condizioni della propria squadra e molto altro, finendo per diventare (o, almeno, sentirsi) un vero e proprio stratega!
[Next Chapter -> Genealogy of the Holy War]Edited by Revil-Rosa - 30/10/2014, 18:51