Parasite Eve, "The worst foe lies within the self"

“Il peggior nemico giace dentro se stessi”

E’ su questa minacciosa premessa che si apre Parasite Eve, gioco ideato e sviluppato da Squaresoft nel 1998 per Playstation 1, seguito ideale di un romanzo horror di Hideaki Sena scritto nel 1995. Il titolo non è mai arrivato sul mercato europeo, ma ha avuto successivamente due seguiti, Parasite Eve 2 - rilasciato tra il 1999 e il 2000 sempre per Playstation 1, ma questa volta arrivato anche in Europa – e The 3rd Birthday, titolo rilasciato su PSP nel Dicembre 2010 per il mercato Giapponese, in arrivo nel 2011 anche in America ed Europa.

Il gioco si apre durante la vigilia di Natale a New York; l’anno è il 1997, e una bellissima donna – Aya Brea , agente di polizia del 17° distretto di New York – si reca alla Carnegie Hall per assistere ad uno spettacolo di opera lirica. Durante la rappresentazione però si scatena il finimondo: la cantante principale, Melissa Pierce, apparentemente posseduta da una entità aliena e mostruosa, sviluppa poteri pirocinetici che scatenano una apparente combustione spontanea in tutti i presenti, uccidendo decine di persone; l’unica immune a tale devastazione sembra essere proprio Aya, che con suo grande stupore non solo non sembra minimamente influenzata dai poteri di Melissa – che ora si autodefinisce ‘Eve’ – ma sembra sviluppare strani poteri a sua volta, con i quali riesce a respingere l’assalto della cantante - la quale nel frattempo subisce una devastante mutazione - e di strane creature risultate dalla mutazione forzata degli animali presenti a teatro e nelle fogne sottostanti.
Da lì in poi, in un susseguirsi di eventi sempre più fuori scala, Aya dovrà cercare di rintracciare ‘Eve’ e di fermarla nei suoi scopi di creazione di una ‘Entità Suprema’ con la quale dichiara di voler ‘liberare i Mitocondri dall’oppressione del Nucleo’ e sterminare tutte le altre forme di vita presenti sulla Terra. Allo stesso tempo, il segreto sull’origine dei suoi misteriosi poteri verrà a galla, costringendo la giovane e bellissima agente di polizia ad affrontare gli spettri del suo passato…

La trama si sviluppa su di una interpretazione fantascientifica di un fondamento della biologia: i mitocondri, i minuscoli organelli presenti all’interno delle cellule di quasi ogni creatura vivente sul pianeta e che forniscono energia ad esse, sono dotati di un proprio DNA autonomo da quello nucleare; che cosa accadrebbe se una linea particolarmente evoluta di mitocondri avesse sviluppato una coscienza autonoma, e vivendo per millenni all’interno degli organismi – apparentemente come semplici simbionti atti a fornire energia alle cellule – non avessero in realtà preparato le basi per sovvertire l’ordine delle cose e soppiantare tutte le altre creature esistenti, prendendo il controllo sui nuclei delle cellule e creando una nuova forma di vita superiore ?

Il gioco è sviluppato in modo estremamente particolare; dal punto di vista dell’interazione con l’ambiente e dello spostamento, il gioco sembra essere un Survival Horror alla Resident Evil, con aree statiche nelle quali il giocatore muoverà Aya in un crescendo di atmosfere horror, con musiche di ambiente estremamente azzeccate e locazioni innaturalmente vuote (come Central Park di notte, completamente innevato) o claustrofobiche (l’Ospedale o il Museo di Storia Naturale ne sono gli esempi meglio riusciti). Similmente ai titoli della serie di Final Fantasy però, muovendosi nelle aree si scateneranno degli ‘incontri casuali’ che forzeranno al combattimento in uno stile simile a quello dei più famosi titoli Squaresoft: creature mostruose e grottesche (il risultato della mutazione forzata dovuta al controllo dei loro mitocondri) appariranno nello schermo di gioco, e l’unico modo per proseguire sarà quello di affrontarli in combattimenti in stile ‘ATB’ – una barra di iniziativa si riempirà gradualmente, e quando questa sarà piena Aya potrà effettuare le azioni desiderate, dall’utilizzo delle proprie armi fino all’uso dei suoi Poteri Mitocondriali; diversamente dai titoli della saga di Final Fantasy però, Aya dovrà nel frattempo muoversi nel campo di gioco per evitare il contatto con i nemici ed i loro attacchi, in attesa di avere la propria barra ATB carica nuovamente per poter effettuare una nuova azione. Al termine del combattimento, verranno guadagnati punti esperienza ed Aya potrà passare di livello, aumentando la propria vitalità ed altre caratteristiche – non ultima delle quali, l’acquisizione di nuovi poteri mitocondriali, fino all’apoteosi del potentissimo Liberation – una specie di trasformazione totale durante la quale Aya si muterà in una figura simile ad un angelo dalla pelle azzurrina per qualche secondo, dotata di una potenza offensiva senza eguali.

Il gioco ha parecchi minuti di FMV di alta qualità – memorabile la scena dell’assalto degli elicotteri da guerra tra i grattacieli di New York, o le varie mutazioni delle creature affrontate da Aya – e una colonna sonora estremamente variegata, sviluppata da Yoko Shimomura, che alterna musiche d’atmosfera cupe e inquietanti con altre themes decisamente più dinamiche, degne di un film d’azione. Degne di menzione sono le due ‘main theme’ del gioco, ‘Se il mio amore sta vincino’ (un possibile errore di traslitterazione) – la colonna sonora di Eve, una musica d’opera lirica con delle vocalità vagamente distorte - e ‘Primal Eyes’, la colonna sonora di Aya, un mix di pianoforte, chitarra elettrica e percussioni. Durante il gioco sarà possibile ascoltare varie versioni ‘remixate’ di queste due theme, specialmente durante le battaglie con i vari boss.

Particolari degni di nota sono due: la possibilità di customizzare le numerose armi che troveremo durante il gioco, fondendole tra loro e creando così delle versioni potenziate e dotate di abilità maggiormente adatte ai nostri scopi; e la possibilità, una volta completato il gioco, di cominciare una nuova partita denominata ‘EX-Mode’ – nella quale, pur ricominciando con Aya al primo livello, conserveremo tutte le armi acquisite fino a quel momento. Nell’EX-Mode verrà sbloccata anche una nuova area – il Chrysler Building, un immenso dungeon di 77 livelli (!) le cui mappe si modificano ad ogni nuovo ingresso nell’edificio e nel quale affronteremo un Boss segreto alternativo estremamente potente e pericoloso (oltre a versioni potenziate dei vari boss presenti all’interno del gioco, oltre ad alcune presenze inedite). E’ da notare come il finale aggiuntivo non sembrerebbe propriamente da considerare come ‘canone’, visto che nel titolo successivo (Parasite Eve 2) gli eventi sviluppati lasciano intuire che il finale alternativo non sia mai esistito.



Un mio plauso personale va però allo sviluppo del personaggio di Aya Brea; nonostante un mio scetticismo iniziale (uno dei miei primi commenti alla vista del gioco fu ‘E’ Cloud Strife di FFVII, ma con le t**te !’ – condizionato in questo dai capelli biondi e dalla innaturale luce verde negli occhi azzurri della protagonista), Aya risulta essere uno dei personaggi che mi ha più colpito fra quelli sviluppati da Square; dall’aspetto apparentemente fragile ma dotata di una determinazione senza pari, la sua forza interiore deriva proprio dalla sua presa di coscienza della propria ‘anormalità’ e dal suo desiderio di usare i propri poteri per difendere coloro che – potenzialmente – rischierebbe di distruggere se lasciasse scatenare la sua vera potenza senza controllo. Senza contare l’aspetto fisico affascinante ed etereo, naturalmente , o la forza incredibile di cui è dotata (la forma Liberation è decisamente qualcosa da vedere in azione per essere apprezzata appieno).